"Non a Voce Sola" dodicesima edizione ospita la giornalista Francesca Mannocchi

"Non a Voce Sola" dodicesima edizione ospita la giornalista Francesca Mannocchi

23/07/2021

Venerdì 30 luglio, alle ore 21,15, nei scenografici Giardini della Rocca a Mondolfo, presenta il romanzo "Bianco è il colore del danno".

Non a Voce Sola 2021 prosegue il suo viaggio alla scoperta del mondo femminile e delle sue declinazioni, scegliendo quest’anno un fil rouge intriso di significato: Donne ch’avete intelletto d’amore. Un omaggio a Dante e alla sua visione paradisiaca, ma soprattutto uno spunto per una riflessione appassionata sulle donne e su cosa significa per quelle del nostro tempo avere intelletto d’amore. Correndo lungo le Marche, nei luoghi più suggestivi, prestigiosi ospiti danno la loro visione del femminile e della scoperta dell’amore attraverso l’intelletto preservando un sano dialogo tra i generi. Un luogo dove le donne si danno il diritto di scrivere un nuovo destino, un luogo dove è possibile un dialogo fra donne e uomini nel rispetto della comune e differente libertà. Uno spazio che come ogni anno ha l'ambizione di promuovere un dialogo, di suscitare interrogativi, di aprire varchi anche impossibili questo e molto altro è e continua ad essere Non a Voce Sola.

Dopo i grandi successi degli appuntamenti precedenti, venerdì 30 luglio alle ore 21,15 nella suggestiva cornice dei Giardini della Rocca a Mondolfo è la volta della giornalista Francesca Mannocchi. La scrittrice racconterà al pubblico la sua esperienza di intelletto d’amore attraverso la scrittura del romanzo Bianco è il colore del danno, candidato al Premio Strega 2021.

“La vergogna è questa cosa qui. Ci rivela cosa siamo per gli altri, quanto valiamo nel catalogo dei vivi, ora che siamo guasti”. Il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Attraverso un memoir Francesca Mannocchi guarda il mondo attraverso la lente della malattia per rivelare, con una voce letteraria nuda, luminosa, incandescente, tutto ciò che è inconfessabile. Quattro anni fa scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all'ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l'imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni più intime, dei non detti più dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d'un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all'improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l'ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l'onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare.

Francesca Mannocchi scrive per “L'Espresso” e collabora da anni con numerose testate, italiane e internazionali, e televisioni. Ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan. È vincitrice di prestigiosi premi giornalistici tra cui il Premio Ischia, il Premio Giustolisi e il Premiolino 2016. Ha diretto con il fotografo Alessio Romenzi il documentario Isis, Tomorrow presentato alla 75a Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Per Einaudi ha pubblicato nel 2019 Io Khaled vendo uomini e sono innocente, con cui ha vinto il Premio Estense, e nel 2021 Bianco è il colore del danno.